Post M

The Entangled Storytelling of a Question

Tag: proprioception

Paris, 20ème arrondissement

Cher lecteur,

comment allez-vous ? Comment allez-vous en cet octobre 2011 ? Cet octobre politiquement chargé. Comment allez-vous ? Pendant que dans le monde, les protestes se multiplient, les élections politiques se succèdent, les décisions minables s’achevalent, comment allez-vous ? Ce qui veut dire : comment vous-sentez vous ?

Vous, la personne.

Fatigué(e) ? Heureux(se) ? Stressé(e) ? Endormi(e) ? Neutre ? Etiré(e) ? (Sur)chargé(e) ? En forme ? Beau (belle) ? Fade ? Doulourant(e) ? Deprimé(e) ? Fâché(e) ? Triste ? Engourdi(e) ? Ignorant(e) ? Vif(ve) ? Emporté(e) ? En position de pouvoir ? En position de faiblesse ? En contrôle ? Aux sens affinés ? Respectueux(se) ? Renfermé(e) ? En plein milieux du changement ? En mouvement ? Statique ? Transporté(e) ? Seul(e) ? En compagnie ? Plein(e) de ressources ? Pauvre ? Prêt(e) au changement ? Plein(e) d’idées ? À un carrefour ? Confiant(e) ? En connection avec l’Autre ? Dans le pétrin ? Souriant(e) ? Féroce ? Envieux(se) ? Jaloux (se) ? Stupide ? Rangé(e) ? Plein(e) d’oxygène ? Sain(e) ?

Comment vous sentez-vous ?

Je vous le demande, parce qu’en ce temps, qui comme beaucoup d’autres comporte des coalitions, des mouvements, des changements, des décisions, des évolutions, du caché et du visible, l’individu est souvent au milieu d’un conflit entre son monde et celui de la communauté.

Comment vous sentez-vous ?

Quelle est votre relation entre vous et ce qui vous entoure ? Entre vous et tout le reste ? Entre vous et l’air qui vous entoure ? Entre vous et vous-même ? Comment faites-vous partie de ce qui se passe en vous ? Comment faites-vous partie de ce qui se passe autour de vous ? Comment faites-vous partie de ce qui se passe près de vous ? Et loin de vous ?

Respirez, et dites-moi où sentez-vous la réponse à ces questions ?

(Sen)siemment,

Nerina

Paris, 20th arrondissement

Dear reader,

Italy’s government is shaking like a phone on vibrate, but which still stays on the table. Today’s La Repubblica shows, among other things, the pictures of an empty Camera (House of Representatives), of Berlusconi’s right hand man Umberto Bossi’s yawns and of the Radicals, the only five politicians of the opposition which remained for Berlusconi’s nth discourse to get “la fiducia”, aka trust. But most importantly: a series of six very important shots showing the Premier of Italy’s government taking a cough drop, putting it in his mouth and swallowing it.

I know Italy may seem really far away and quite irrelevant to many of you. And yet, I have one question. How are you, wherever you are, connected to this ongoing political crisis? What are its effects on you, on your everyday life? If your first answer is: “None.”, think again. The one and only fact that you’re reading this, well, it means that you are connected to it. In your mind, with your body, with the language you may or may not speak.

The word “connection” comes from the Latin connexio: cum (with) + nexium (bind, tie). Everything is connected, with ties. Whatever those are, our vocabulary, our food, our thoughts, our energies, our Ikea furniture, our water, our oxygen, our atoms, we are connected, and as such are part of one thing.

So, now, take a big breath, and feel the connection with this universe of atoms, of oxygen, of water. Of money and interests. Of personal advantages in a continuous scramble for happiness. Just breathe. And let me know if we can’t just the connection be. Together. One but all together.

With oxygen in your lungs, hopefully.

Nerina

Parigi, 20simo arrondissement

Caro Lettore,

una parte della riflessione di POST•M si articola intorno all’essere umano. Ovvero intorno all’idea che qualsiasi persona è umana. Che l’individuo, dalla prospettiva del suo “io”, riconosce nell’altro un altro “io”, ovvero una persona con le stesse capacità di vedere e sentire (nei suoi cinque significati).

Durante la nostra residenza a Middlebury College, Heather, Alena, Andrea ed io abbiamo esplorato questo concetto di base sia attraverso il corpo (che secondo me è lo strumento più adatto, e le cui capacità senzienti e cognitive sono troppo spesso diminuite e/o ignorate nella nostra società moderna “efficiente”) sia attarverso il testo. Quale, se non la tradizionale Dichiarazione Universale dei Diritti Umani delle Nazioni Unite del 1948 (consultabile qui in 381 lingue)?

Propongo qui di seguito il primo articolo, e La esorto a leggerlo più volte, con calma, di modo da assaporarne ogni parola (e i concetti che si nascondono dietro):

Articolo 1: Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

Lo so che avrebbe voglia di proseguire la lettura. Ma si soffermi un attimo.

Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti.

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Tutti     /     gli esseri umani      /      nascono     /      liberi      /     ed eguali       /       in dignità       /       e diritti.

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Essi sono      /        dotati       /       di ragione      /      e di coscienza

e devono agire     /     gli uni     /    verso gli altri     /     in spirito di fratellanza.

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Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.

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Si differenzia quest’affermazione dal riconoscere l’ “io” nell’altro? Si differenzia dal riconoscere in una qualsiasi altra persona che non sia se’ stessa/o questo stesso sentimento di diritto di esistenza che concediamo naturalmente a noi stessi?

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Queste sono le domande che ci siamo posti noi, e le ‘risposte’ a cui siamo arrivati sono multiple e in contraddizione, come è normale che sia. Invece che discutere di chi ritiene e ha ritenuto cosa, vorrei arrivare ad una conclusione.

La invito perciò a prendere un bel respiro, profondo, di pancia (ovvero, con il diaframma). Chiuda gli occhi ed espiri. Quando ha di nuovo gli occhi aperti, si concentri sulla sua pelle e le sensazioni che questa Le dà, e su come sia la prima barriera attraverso la quale sentiamo il mondo: il caldo, il freddo, lo spostamento d’aria. Il contatto con materiali, forme, testure. Persone. Altri.

Come chiude questa pagina di Firefox (o Explorer, Chrome, Safari…), La prego di aprirsi agli Altri che le sono vicini, e lontani. Lasci che la sua pelle entri in contatto con l’aria che spostano, con le temperature che influenzano, con le testure del legno che il lavoro del falegname (dell’IKEA o l’artigiano) ha creato. Si lasci toccare.

E quando sarà pronto, entri in contatto, attraverso la pelle, direttamente, con l’Altro. E senta se siete eguali in dignità e entrambi dotati di coscienza.

Con tatto,

Nerina